La scorsa settimana sono andata alla mia ASL a prendere le ricette per tutto l'anno 2012, come faccio ogni anno.
Poiché nei giorni precedenti avevo letto, nelle varie comunità di celiaci presenti su Facebook e Twitter, che il governo stava pensando a "mettere mano" sui ticket per gli alimenti dei celiaci, sono andata a parlare con una dirigente dell'ASL.
Questa Dottoressa, gentilissima, mi ha assicurato che:
- per tutto il 2012 non sono previste variazioni;
- se anche ve ne fossero, a partire dal 2013, non potrebbero comunque non considerare la differenza di prezzo che un celiaco si trova a pagare per il cibo che acquista.
Ha aggiunto che questa sarebbe una vera e propria discriminazione e che non l'avrebbero assolutamente potuta mettere in atto.
Sono così andata via con le mie 12 ricette per tutto il 2012, con gli stessi importi dell'anno precedente, e una comprensibile, per quanto temporanea, soddisfazione grazie alle rassicurazioni della dirigente.
Poi però, mi sono chiesta da dove fossero partite le "voci" sui possibili tagli alla convenzione per i cibi dei celiaci e quanto vi fosse di vero in quel che dicevano.
Ed ecco qua, il documento che ha dato il via a queste preoccupazioni;
è il Patto per la salute 2013-2015.
L'ho trovato nel sito del Sole24ore, sezione sanità e ve ne segnalo l'indirizzo[1] .
Per chi avesse poco tempo, si tratta di una proposta che il Governo Tecnico fa alle Regioni ed è del 24 gennaio 2012.
Nella prima parte vi è un breve, e al quanto sommario, riepilogo della situazione nella quale versa la Sanità Italiana, espressa in Fabbisogno e Spesa.
I tagli sono diversi e riguardano persino coloro che necessitano di pannoloni o di bombole di ossigeno. In particolare si arriva ad ipotizzare di non effettuare in futuro la consegna a domicilio, pur sapendo che una persona ha problemi di respirazione, difficilmente potrà recarsi in farmacia e caricarsi una bombola di ossigeno per portarla a casa e respirare.
Per cui auspico davvero che le Regioni non accolgano tale soluzione.
Per quanto riguarda noi, i celiaci, si dice testualmente:
"il principio potrebbe essere che il SSN paga solo la differenza tra il prodotto normale e il prodotto specifico."
Ho provato a spiegarmelo. L'interpretazione che posso dare è che, se 4 fette di pane costano 6 euro per un celiaco e 2 per un non celiaco, il celiaco le paga 2 euro e i restanti 4 euro li paga il SSN.
A prescindere dai "benefici attesi" descritti nel documento[1] , che trovo francamente privi di ogni logica predittiva, potremmo pensare che, a prima vista, sembrerebbe una "normalizzazione" della situazione dei celiaci.
Quindi, se tutti pagano il pane, anche il celiaco paga il pane, quanto gli altri, ma la differenza sul prezzo la mette il SSN.
Bene.
Personalmente penso che il vero effetto che questo sistema causerebbe è in realtà una lievitazione esponenziale dei costi relativi ai cibi per i celiaci, cioé esattamente il contrario di quello che i celiaci auspicano.
Pensiamoci. Se io pago 2 e il sistema paga 4 cosa ostacolerebbe l'aumento del prezzo totale da parte delle aziende produttrici, magari con un restyling dello stesso prodotto, che faccia lievitare sia il prezzo pagato dai celiaci, sia quello pagato dal SSN?
In poche parole, come si fa ad impedire che le 4 fette di pane che oggi costano 6 euro al SSN non costeranno 8 euro: 2 al celiaco e 6 al SSN? E 10 euro (4 al celiaco e 6 al SSN)?
Di quale risparmio stiamo parlando se non esiste trasparenza nemmeno nei prezzi che le farmacie NON MOSTRANO sui prodotti per celiaci?
Sono assolutamente cosciente che c'è la crisi, che tutti dobbiamo rimboccarci le maniche (tranne, a mio avviso le fasce davvero più disagiate e la storia dei pannoloni e dell'ossigeno è davvero una proposta imbarazzante), ma mi auguro che le Regioni, con l'aiuto delle Associazioni, facciano una contro-proposta seria.
Il rischio è che diminuiscano il ticket, in maniera indiscriminata, senza verificare se è quello che davvero serve, se fa risparmiare e quali effetti produrrebbe.
Mi vorrei concedere, infine, un'ultima e personale riflessione sul documento relativo alla proposta sul Patto.
A mio modesto parere, quando si considera la Sanità come un'azienda, si dovrebbe considerare anche gli utili.
E gli utili del SNN sono rappresentati dal benessere psico-fisico della popolazione.
Quando un'azienda effettua tagli indiscriminati, che incidono sugli utili in maniera significativa, ha sì ridotto le spese, ma si avvia al fallimento perché se tagli personale, macchinari, strutture e servizi erogati, si impatta inevitabilmente sugli utili.
Il benessere psico-fisico della popolazione è calcolabile, anche in relazione alle cure mediche erogate dal SSN.
Personalmente mi riesce difficile pensare ad un approccio "imprenditoriale" o "aziendale" della Sanità Pubblica che prescinda dal controllo sull'andamento dagli utili finali.
Spero che le Associazioni si adoperino per giungere a colloqui significativi con le Regioni prima che accettino il Patto.
[1] http://www.sanita.ilsole24ore.com/Sanita/Archivio/Normativa%20e%20varie/Proposta%20delle%20Regioni%20per%20il%20Patto%20per%20la%20Salute%202013-2015%20LUNGO.pdf?cmd=art&codid=26.0.4167786024
Ho visto su facebook che alcune persone non hanno compreso bene il senso del documento sul Patto per la Salute, in merito alla situazione dei celiaci.
RispondiEliminaEcco un riepilogo sintetico:
- Fino al 2012: I CELIACI ANDAVANO IN FARMACIA O NEI NEGOZI CHE VENDONO CIBI SENZA GLUTINE E PORTAVANO IL BUONO O IL TICKET PER PAGARE.
- Dal 2013: NON SI SA COME ANDRANNO LE COSE. Il Governo ha proposto un PATTO alle Regioni e OGNI REGIONE SI REGOLERA' DI CONSEGUENZA. La cosa più probabile è che i celiaci si recheranno IN FARMACIA O NEI NEGOZI CHE VENDONO CIBI SENZA GLUTINE E OLTRE AI TICKET/BUONI DOVRANNO METTERE MANI AL PORTAFOGLI. QUANTO SI PAGHERA' NON SI SA E POTREBBERO ESSERCI GRANDI DIFFERENZE DA REGIONE A REGIONE.
Per questo motivo, questo è il momento di contattare le associazioni e chiedere loro concordare con le Regioni una soluzione che non permetta alle case produttrici dei cibi GF di alzare i prezzi altrimenti ci ritroveremo a pagare moltissimo i cibi GF.
Spero che ora sia più chiaro.
Questa notizia non la sapevo.Non risulto celiaca ma devo mangiare gluten free perchè ho tutti i sintomi della celiachia e anche problemi alla tiroide che stò tenendo sotto controllo grazie a questo tipo di alimentazione.Sono tre anni che seguo questa dieta e pago tutto di tasca mia.Non mi diverto a mangiare senza glutine lo faccio solo per problemi di salute.Ora ci manca solo che aumentano i costi e poi siamo a posto,ma non ci pensano minimamente anche a tutte quelle persone che per problemi seri sono costrette a seguire questo tipo di alimentazione?Come me ce ne sono tante altre.Ciao Silvia
RispondiEliminauguale a te sono in una brutta situazione e pure altre patologie invalidanti
EliminaIo sono sensibile al glutine e non ho diritto a nessuno sconto.
RispondiEliminaSecondo me dovrebbero togliere le ricette che danno ai soli celiachi e rendere "normali" i prezzi dei prodotti specifici.
In questo modo tutti noi, sia celiaci che sensibili ne saremmo avantaggiati.
ciao io sono celiaca e ho un negozio gluten free a San Bonifacio VR....il patto per la stabilità per la regione Veneto lo stanno ancora discutendo ma quello che è trapelato non è niente di buono...in poche parole segurà la dieta chi se lo può permettere...questo è quello che vorrebbero fare mi auguro che per fine anno si decidano e che nn vada in porto quello che hanno scritto al momento...sentirò l'associazione se mi saprà dire qlcs....
RispondiEliminaSperiamo bene.
RispondiEliminaGrazie per il tuo contributo.
Puntodivistaceliaco
http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2012/08/29/news/la-regione-ha-tagliato-i-fondi-per-i-celiaci-1.5614085
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione...anche se è molto triste.
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