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domenica 4 marzo 2012

Segnalazione: Ricerca “Sensibilità al Glutine"

Riporto di seguito un messaggio di un gruppo di ricercatori che sta per effettuare una verifica sperimentale in merito alla  Gluten Sensitivity, per la campagna di ricerca volontari:

"“Sensibilità al Glutine”: studio multicentrico randomizzato in doppio cieco con la somministrazione di glutine/placebo in soggetti sensibili al glutine

Il glutine rappresenta la componente proteica principale del frumento ed altri cereali (orzo e segale), ed è presente in quantità notevoli nella composizione di cibi, farine e derivati del frumento largamente consumati (pane, pasta, pizza, etc). Tuttavia i riarrangiamenti genetici dei grani contenenti glutine, avvenuti negli ultimi 10000 anni per migliorarne gli aspetti quantitativi e qualitativi, hanno costituito un "errore evolutivo" che ha determinato le condizioni di base per la manifestazione di patologie umane dipendenti dall'esposizione a questa sostanza. 
La sola malattia celiaca (MC), la forma attualmente meglio conosciuta di intolleranza al glutine, nelle popolazioni di origine europea, interessa circa l'1% della popolazione generale, sia in età pediatrica che adulta. Meno nota è invece la frequenza di altre forme di intolleranza al glutine di tipo non celiaco, anche se è lecito sospettare che la loro incidenza sia stata a lungo sottovalutata in passato. 

Da un punto di vista fisiopatologico, le intolleranze al glutine rientrano nel grande capitolo delle patologie immuno-mediate. 
I disordini più frequenti derivanti dall'esposizione al glutine sono mediati in genere dalle cellule T, e possono essere di natura allergica (reazioni IgE-mediate), oppure di natura autoimmune (MC). La MC conclamata  è da sempre considerata come la punta di un iceberg, e negli ultimi anni, infatti, numerosi studi hanno evidenziato la presenza sempre più frequente di forme di MC caratterizzate da una notevole eterogeneità, sia sul piano clinico che istologico (parte sommersa dell'iceberg celiaco). 

L'esordio della MC si accompagna alla positività di alcuni marcatori sierologici di autoimmunità, soprattutto la positività degli anticorpi anti transglutaminasi (tTG) di classe A. La conferma definitiva della diagnosi richiede la biopsia intestinale, la quale evidenzia la tipica enteropatia celiachia con atrofia villare, ipertrofia delle cripte ed aumento dei  linfociti intraepiteliali. 
Tuttavia esistono casi di reazione al glutine in cui nessuno dei due meccanismi sembra essere coinvolto. Accanto alla MC, possiamo ritrovare dunque soggetti definiti Glutine Sensibili (GS), i quali lamentano malessere in relazione all'esposizione a cibo contenente glutine, in assenza di anticorpi anti tTG o altri parametri di co-morbidità autoimmunitaria tipici della MC; tali pazienti non mostrano in genere alterazioni istologiche del piccolo intestino, e riferiscono un netto miglioramento dei sintomi quando siano sottoposti ad una dieta priva di glutine. 

Ad oggi non esistono test di laboratorio o istologici in grado di confermare questo tipo di "reattività", di conseguenza si tratta di una diagnosi cui si giunge per esclusione; la diagnosi sarà seguita da una dieta con eliminazione del glutine ed un "open challenge" (una reintroduzione sorvegliata di alimenti contenenti glutine), per valutare se si verifica un effettivo miglioramento dei sintomi alla riduzione o eliminazione del glutine dalla dieta ed una ricomparsa dei disturbi alla reintroduzione di questa proteina alimentare.  

Per tali motivi e per valutare l’effettiva dipendenza dal glutine delle alterazioni cliniche e sintomatologiche evidenziate nei soggetti con Sensibilità al Glutine (GS),  un gruppo di ricercatori napoletani con a capo la prof.ssa Laura De Magistris e la dott.ssa Anna Sapone in collaborazione con il Mucosal Biology Research Center diretto dal Prof. Alessio Fasano, hanno cominciato uno studio in doppio cieco, indispensabile per eliminare l'effetto placebo, cioè il meccanismo psicologico per cui il malato si convince di stare meglio se segue una determinata cura, in cui i partecipanti assumeranno per quindici giorni una bustina contenente o il glutine oppure una sostanza placebo. Sulla base dei questionari da loro compilati durante l’assunzione, si avrà infine la conferma di ciò che è stato finora ipotizzato, e cioè che esistono forme di reazioni al glutine diverse dalla celiachia e dall’allergia al grano.
Se qualcuno pensa di rientrare in questa categoria di soggetti, e vuole aiutare i ricercatori a fare luce su questa nuova entità clinica può contattare la prof.ssa Laura De Magistris: laura.demagistris@unina2.it, e/o la dott.ssa Anna Sapone annasapone@yahoo.it.
Dott.ssa Anna Sapone

27 commenti:

  1. domani farò la gastroscopia,dato l esito dell esame del sangue positivo alla celiachia,sono addolorata per il cambiamento nell alimentazione,però non vedo l ora di cominciare la giusta dieta per rimettere i kg persi,in quanto mi sono anche sciupata in viso.dovrò imparare a cucinare dato che il confezionato specie il pane è immangiabile. augri ciao a tutti

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  2. Si, il pane è un tallone d'achille per tutte le marche gf. Poi dipende dai gusti, ci sono celiaci che si trovano bene con una marca, altri con un'altra... a me francamente il pane gf non piace, ma essendo abituata da quando ero bambina a non manngiare pane e pasta perché mi facevano male (senza che i medici spiegassero il perché), il fatto di avercelo, anche se non è il massimo, lo vivo già come un regalo.

    Il mio più grande dramma è stato la pizza, fino a quando non ho scoperto la bella italia (ds), ma è una cosa personale, infatti ad alcuni celiaci non piace perché è troppo sottile (a me invece piace anche per quello).

    Però a volte mi è capitato di provare prodotti con così tanta gomma di guar che rimbalzavano (!).

    Diciamo che bisogna provare più marche e prodotti per vedere cosa è di proprio gradimento. Per quel che mi riguarda, non esiste una marca che faccia tutti i prodotti di mio gusto, quindi la pasta la gradisco da una marca, il pane da un'altra, i biscotti da altre, ecc..

    In bocca al lupo x la gastro.
    Patrizia
    Puntodivistaceliaco.

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  3. Ciao nn so se ti ricordi di me sn giusi dalla sicilia,io il problema nn l ho mai risoloto sia dello stomaco ke dell anemia;riepilogo,ormai sn 3 anni ke vado avanti a terapie x lo stomaco, a flebo di ferro l ultima volta ne ho fatti 20 + una trasfusione dopo un anno e mezzo la mia emoglobina è di nuovo 8 e 2 la ferritina,ho fatto la colon,la tac con contrasto ho avuto uno shok anafilattico è stato terribile x me e x mio marito ke era presente,risultato pareti dello stomaco sottili cm se fossi celiaca,ho anke fatto 3 gastro cn biopsie,villi parzialmente appiattiti...sospetta celiachia,ma poi le biopsie sn negative,un mese fa ho fatto la video capsula,di preciso nn so,mi hanno detto ke c è uno svuotamento gastrico rallentato,kiedo cs vuol dire ;mi si dice cm se fosse celiachia,le analsi del sangue negative,tranne una predisposizione genetica,sn DQ2 positiva.ORA da 2 settimane sn a dieta senza glutine,finalmente vado in bagno,ero talmente stitica da stare male,nn ho + aria nello stomaco,ma mi sto masticando il cervello xkè spero ke mi salga il ferro,ma mi dicono ke prima di fare le analisi ddel sangue devo aspettare almeno 2 mesi,ma io vorrei una conferma ke sta funzionando,scusa se ho scritto a valanga ma ti assicuro ke sn stanca anke fisicamente magari x il ferro basso,nn so forse un pò di tutto.Ciao spero tu abbia delle risposte x me.....

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  4. Salve Giusi,
    si mi ricordo. Comuncio col dirLe che purtroppo risposte non ne ho, anche perché non sono un medico e, anche se lo fossi, non ho certo la sua cartella clinica, ma solo le sue descrizioni.

    Ad esempio, non riesco a capire, cosa possa averLe detto il gastroenterologo come spiegazione dei villi parzialmente appiattiti, cosa che chiaramente doveva essere in qualche modo spiegata. I villi si appiattiscono per antibiotici, per alcuni virus e per la celiachia e pochissime altre cose. Le pareti sottili dello stomaco, invece, non mi risultano collegate con la malattia celiaca, che è una malattia duodenale.
    Di sicuro lo stomaco si svuota con fatica e ci mette più tempo se nel duodeno (che viene subito dopo) vi sono problemi. Questo avvalorerebbe l'ipotesi che i suoi problemi siano effettivamente duodenali. Tra l'altro, se la sua anemia è ferropriva, l'assorbimento del ferro avviene principalmente nel duodeno.

    Quello che posso dirLe è che Lei dai medici deve esigere una diagnosi. E' quello il loro mestiere, devono fare diagnosi, non dire cosa non è. Non ricordo se ha consultato un ematologo per verificare possibili altre cause della sua anemia, nè se ha già fatto l'esame delle urine per la presenza del ferro non assorbito. Se i valori sono alti allora si potrebbe effettivamente parlare di malassorbimento.

    Tuttavia, le due figure mediche che deve tenere presente sono l'ematologo e il gastroenterologo, ma deve chiedere la diagnosi. Non vada via dallo studio medico se il dottore ha concluso gli accertamenti ma non le dice cosa ha. Purtroppo negli ultimi anni i medici si limitano a dire cosa il paziente non ha, e spesso tocca la paziente richiedere formalmente la diagnosi e la cura.

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  5. si ho consultato l ematologo nn ho nulla,no nn ho fatto le analisi delle urine vedremo cm finrà se prima nn finirò io ciao e grazie

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  6. Ciao!! Anche io sono siciliana.. :( e anche io sono alla ricerca della causa dei miei malesseri. Ho girato già 3 dottori tutti primari chi allergologo chi gastroenterologo, ma a mio avviso non sono ne medici ne neppure umani. Sono una ragazza di 27 anni, intollerante al lattosio(scoperto da qualche mese), e che nonostante faccio una dieta rigorosissima, continuo ad avere problemi dia..(tralasciando tutto il resto, che non basterebbero neppure 10 pagine per scriverli tutti) !!! Mi capita cmq con medicine, pesce, ... ma soprattutto con i farinacei. Adesso sono in cura da un'altro dottore e vedremo come finirà. Di certo fino adesso nessuno ha seguito il protocollo per sospetta celiaca. Prima mi fanno fare una dieta oligo-allergica, non mangio pane pasta per circa due mesi, e poi mi fanno fare le analisi.Risultato.. Tutto apposto. Queste sono cose da pazzi e che ti fanno impazzire. Quando scoprirò e capirò veramente quello che ho, di sicuro farò una segnalazione a chi di dovere. Qui più nessuno si vuole prendere la responsabilità del proprio ruolo, però intanto siedono dove non dovrebbero.

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  7. ciao vorrei un aiuto da parte vostra,sono risultata positiva al DQ2 e gli altri esami di sangue sono alcuni al limite come IgA350,la ferritina a 6,oltre i disturbi legati a crampi diarrea nausee fortissime,stancheza.Inoltre sono in corso esami per stabilire se sono affetta da lupus,per adesso mi hanno detto che ho la connettivite indefinita.Arrivo al nocciolo del problema,io mi sarei aspettata che il gastroenterologo mi avesse fatto fare l'endoscopia digestiva subito per capire se sono celiaca o meno,invece mi ha subito detto che sono gluten sensitivity,mi ha tolto il glutine,adesso sono sgonfiata e sto meglio.ma temo che così si rallenti la mia vera diagnosi,perchè non mi ha fatto fare l'endoscopia?ho letto un articolo in merito sull'AIC,dove in questi casi è consigliato fare prima tutti gli esami del caso e poi parlare di GS.MI SENTO CONFUSA E FRUSTRATA perchè oltre ai costi che una dieta senza glutine comporta,penso di non essere nella strada giusta.grazie

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  8. Chiaramente non posso sapere come si è evoluta la diagnosi del gastroenterologo perché Lei riporta le IgA ma le IgA non sono anticorpi specifici per la celiachia ma rappresentano l'intera classe di tutti gli anticorpi di classe A. Nemmeno la ferritina è specifica per la celiachia, sebbene collegata. Le analisi per la celiachia sono invece queste:

    http://puntodivistaceliaco.blogspot.it/2010/05/analisi-per-la-malattia-celiaca_03.html

    più la gastroscopia e l'HLA (che Lei ha già fatto).

    Inoltre, avere il DQ2 positivo non significa essere celiaci ma solo predisposti.

    Non ho idea se, per le questioni relative alla connettivite, il medico Le abbia, magari solo per precauzione, escluso temporaneamenti il glutine per evitare di aumentare la risposta immunitaria della connettivie, non posso saperlo.

    So che si sente confusa, ma l'unica cosa che può fare è fare domande precise ai medici che la stanno seguendo.
    A volte i pazienti si sentono intimoriti dai medici ed escono dallo studio pieni di dubbi.
    Ma non è così che dovrebbe andare una visita da un medico, in particolar modo, se è uno specialista.

    Glielo chieda. "Dottore come mai non ha seguito il protocollo di diagnosi della malattia celiaca e non mi fa fare la gastroscopia?". Guardi che è un Suo diritto giuridico essere informata della diagnosi, del perché ha fatto qualcosa invece che un'altra ecc..

    Lei ovviamente ha ragione. Con la dieta senza glutine ha sì avuto un miglioramento immediato, ma adesso non sa se è davvero celiaca o no perché il protocollo non è stato rispettato.

    Ora per saperlo dovrebbe riassumere glutine per 6 settimane consecutive e, nel suo caso, se è davvero celiaca, stimolare il sistema immunitario non è una decisione da prendere da sola, ma con l'immunologo/reumatologo che la sta seguendo per la diagnosi definitiva relativa di connettivite (normalmente si parte con la connettivite per poi vedere con altre indagini di cosa si tratta. Può anche non esserci nulla, ma qui la diagnosi è più lunga).

    Contatti il gastroenterologo perché può darsi che ci sia un motivo preciso per cui non le hanno fatto la gastroscopia. Oppure può essere un errore del gastroenterologo. Ma se non lo chiede a lui non può saperlo nessun altro. Coraggio.

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    1. GRAZIE tantissimo per la risposta.Gliesami prescritti e fatti sono questi:IgG,IgA,IgM;Transglutaminasi IgG e IgA;Anti peptidi della GliandinaIgG e IgA;DQ2 e DQ8.Per il LES sono seguita da una reumatologa che mi pare molto scrupolosa,ho con lei la sensazione di essere veramente seguita,inoltre subito mi ha detto di andare da un gastroenterologo,come io ho subito fatto,ma il risultato è stato deludente.sono certa che il glutine non l'ha tolto per il LES,anzi mi ha detto di lasciare perdere gli esami immunologici e di concentrarmi sulla GS,certo qualcosa negli anticorpi c'è che si muove ma noi li teniamo d'occhio(ho citato testualmente quello che mi ha detto).Quindi mi ha tolto il glutine mi ha detto che sono GS,e che fra tre mesi mi avrebbe dato due pillole una di glutine e una di zucchero così avremmo capito se poi subentrava anche un effetto placebo.Io ho chiesto se assumendo entrambe le pillole sarei stata bene con tutte e due,che risultati avrebbe dato il test.Lui mi ha risposto che in quel caso ero GS di sicuro.Ho consultato un'altro medico subito dopo,un professore per intenderci,ma anche un mio conoscente di vecchia data di cui mi fido(ora non TANTO).Subito mi ha detto che i suoi colleghi precedenti non capivano niente e che dovevo fare la gastroscopia subito,poi mi ha letto tutta la storia della celiachia e della GS,affermando che ci sono tre stadi di celiachia uno conclamato che tutti conosciamo, uno latente dove io ci rientro perchè ho in corso una connettivite ho il DQ2 positivo mi manca la gastroscopia per tagliare la testa al toro,ma SORPRESA anche lui appena dico di essere seguita dal dott.....mi dice di non fare per adesso la gastroscopia che forse è giusto aspettare,ma se io voglio posso farla anche subito,ma per adesso è meglio togliere il glutine,tanto la gastroscopia la dovrò fare ma più in là.Poi ha concluso che il precedente gastroenterologo è un suo amico è bravo e molto preparato e quindi di seguirlo e di dirgli tranquillamente che ero seguita anche da lui.Capite la mia situazione?Gli esami del LES dapprima erano altalenanti prima era positiva la cardiolipina,poi è rientrata;poi alcuni al limite.OGGI ho gli Anti DNA e gli Anti nucleo positivi,la capillaroscopia positiva ma non tanto da parlare di LES,MA DI CONNETTIVITE SI.ho in corso altri esami, quello della vista il test di Shirmer è risultato nettamente patologico al di sotto dei 5 mm,il risultato era 0 in entrambi gli occhi.Adesso dovrò fare l'esame delle urine delle 24 ore perchè nei precedenti esami c'erano tracce di proteine.Scusate per il mio sfogo ma questa è la realtà siciliana con cui io non avrei mai pensato di imbattermi.Sempre grazie

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  9. Sono molto sorpresa dalla metodologia diagnostica del suo gastroenterologo. E' dal 2008 che ho aperto il blog e Le assicuro che nessun lettore mi ha mai raccontato di una tecnica simile nè ne ho trovato traccia nelle varie fonti (internazionali) dalle quali attingo normalmente.

    Sembra una via di mezzo fra una sperimentazione (normalmente il placebo si usa nel gruppo di controllo e il farmaco/terapia nel gruppo sperimentale), solo che qui non c'è un farmaco o una terapia ma il glutine.

    Non so se si tratta di un luminare che sta provando a sperimentare una nuova tecnica di diagnosi (in questo caso Lei doveva essere informata del fatto e avrebbe dovuto aderire all'applicazione questa nuova metodologia per la sua diagnosi).

    Quello che posso dirLe però è che non sta assolutamente seguendo il protocollo stilato dall'AIC per la diagnosi della malattia celiaca che, con analisi dubbie, vede l'analisi dell'HLA e, qualora positiva, la gastroscopia mentre il soggetto è ancora a dieta libera (cioè assume glutine).
    Non esiste invece, al momento, un protocollo di diagnosi della GS, ma è importantissimo differenziarla dalla celiachia.
    La GS non dà attivazione linfocitaria e non è una malattia autoimmune come la celiachia, non ci sono anticorpi contro gliadina nè contro la transglutaminasi o l'endomisio. E' una sindrome ancora da studiare.
    Quindi la sua diagnosi, essendo differenziale, difficilmente può essere posta se non si esclude completamente la celiachia, specie in un soggetto che ha già una patologia autoimmune e il DQ2 positivo.

    A quanto pare lui è certo che Lei non sia celiaca, nonostante il DQ2 positivo e le analisi bordeline (che Lei mi riporta essere nè completamente positive nè completamente negative).
    Credo che, se non si sente in sintonia con questo medico, può consultarne un altro, sperando che non sia suo amico, oppure insistere con lui per avere la gastroscopia per essere certi che non sia celiachia (chiaramente deve rimettersi a dieta libera per 6 settimane), chiedendo alla Sua reumatologa cosa ne pensa.
    I miei migliori auguri.
    Puntodivistaceliaco

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    1. Grazie per la risposta esauriente e per i chiarimenti dati,sicuramente consulterò un altro medico,anche perchè restando così non sto bene ,magari fisicamente sto meglio ma il morale ne risente tanto.Un ultimo aiuto è chiderle se a Palermo o in Sicilia in generale(io abito a pochi km da Palermo)c'è un centro o un ospedale con medici preparati in materia,a cui io possa rivolgermi.Grazie Doni

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  10. Provi a contattare lAIC (Associazione Italiana Celiachia) della Regione Sicilia:

    http://www.aicsiciliaonlus.it/index.php/cose-aic/consiglio-direttivo-regionale?start=1

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  11. ciao sn sempre Giusi dalla sicilia ormai da quasi 4 mesi faccio la dieta sg ma l emoglobina nn sale,l unico valore ke si è alzato è la sideremia ke da 25 è salito a 68,l emoglobina da 8.2 era salita a 8.7 ma poi è riscesa a 8.2 nn so ke fare...io sto meglio di stomaco ma i valori nn del ferro nn salgono ancora,tant è ke domani vado in ospedale in ematologia...

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  12. Sn sempre giusi dalla sicilia anke l ematologo mi ha dato pikke,ora l ultima novità è ke il ferro nn sale xkè ho la gastrite atrofica,ke ne pensi?

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  13. Beh, si potrebbe essere proprio quello il motivo. Ma la gastrite atrofica può essere di origine autoimmune o causata da HP. In ogni caso va curata. E bene. Quindi dovrebbe essere seguita o da un gastroenterologo o da un immunologo/reumatologo.

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  14. Salve sn sempre Giusi dalla sicilia,spero ti ricordi di,xkè a raccontare tutto nn saprei davvero da dove cominciarel ultima volta eravao arrivati a 7.9 di emoglobina,1 di ferritina...ho fatto 20 fiale di ferro e da 6 mesi la dieta senza glutine,la maggior parte dei disturbi sn spariti cm afte alla bocca,dolori addominali,stitikezza da paura,finalmente digerisco cs ke da secoli nn potevo più mangiare,l unica cs ke nn riesco a risolvere è l anemia.Ora dopo 20 fiale di ferro al 27 novembre i valori sn questi:100 ferritina,11.9 emoglobina,premetto ke avevo finito di fare ferro da quasi 2 mesi,ora il mio medico dice i controlli li rifaremo dp le feste ma l ansia mi divora,nn so più ne cs dire ne cs fare.Vi auguro un Santo e Sereno Natale soprattutto a ki i suoi prlblemi li ha risolti...

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  15. Certo che mi ricordo.
    Le dico di nuovo che, purtroppo, non essendo un medico, non so come aiutarla.

    Posso solo dirLe di provare a fare una serie di analisi per le patologie autoimmuni, forse potrebbe esserci una correlazione. So che è stata da esperti di epatologia e ematologia e non ha risolto.

    Le faccio i miei migliori auguri ma mi permetto di dirLe una cosa: se si tratta di una patologia autoimmune, lo stress le aumenta i problemi. So che a sentir parlare di queste cose aumenta la rabbia. Io per prima, quando mi dissero che la celiachia era stata causata dallo stress, mandai a quel paese la dottoressa. Ma aveva ragione. Cerchi di trovare degli spazi per Lei, con cose da fare che la rilassano, deve parlare con persone che possano ascoltarLa. L'aiuterà.

    Detto questo, tenga duro, deve trovare la causa e la cura per i suoi problemi. Vorrei tanto aiutarla, ma a parte la segnalazione per una possibile infiammazione che blocchi il legame del ferro.

    Nell'infiammazione il ferro non si lega alla transferrina; se Lei ha la transferrina bassa è probabile che la causa sia un'infiammazione.

    Il mancato legame è, paradossalmente, un meccanismo di protezione, per due motivi: il primo è che se ci fosse un virus, si nutrirebbe con il ferro, la seconda è per evitare che si formi un radicale libero micidiale, perché le cellule infiammate rilasciano acqua ossigenata che si lega al ferro formando l’idrossilradicale.

    Detto questo, se la transferrina è bassa Le converrebbe controllare tutte le fonti di infiammazione: malattie autoimmuni, virus, batteri, ecc.. Per una condizione così duratura penserei ad una patologia autoimmune, ma ripeto, non sono un medico e più di questo non posso dirLe.
    I miei migliori e sinceri auguri.
    Cerchi di rilassarsi e passare buone feste.
    Si ricordi che non è sola.
    Dott.ssa Guarino
    Puntodivistaceliaco

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  16. ciao sono giusi dalla sicilia,mi puoi rispondere dopo aver mangiato glutine dopo quanto tempo ci si sente male?sn a dieta sg da 1 anno grazie

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  17. Dopo la digestione, ma è molto più frequente il giorno dopo.

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  18. grazie sei sempre molto gentile .Mi puoi sommariamente descrivere i sintomi oltre a vomito r diarrea. ...

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  19. Sono elencati qui:

    http://puntodivistaceliaco.blogspot.it/2008/10/celiachia-i-sintomi.html

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  20. Buongiorno in accordo col gastroenterologo sto eliminando il glutine dalla mia alimentazione in quanto a seguito di svariate diagnosi di colon irritabile il medico ha pensato a un a gluten sensitivity.
    Ora sono circa dieci giorni che non mangio glutine i primi giorni osservo volume addominale di 1/2cm ogni mattina e ho perso due kg.
    A distanza di dieci giorni mi sento meglio ma alcuni giorni comunque ho gonfiore addominale lieve quanto ci vorrà per sfiammare l intestino? Inoltre ho gastrite e duodenite cronica c la gastrite nonostante la ditta senza glutine sento disturbi nella zona dello xifoide (se si dice così).
    Grazie saluti

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  21. Posso dirle quanto ci si mette per i celiaci, non per chi è sensibile al glutine. I celiaci, a seconda dell'età, ci mettono dai 6 mesi ad un anno, ma si tratta di ricostruire i villi intestinali. Se i villi erano atrofizzati allora Lei sarebbe stata celiaca, perché nella gluten sensitivity non ci sono lesioni, ma solo una infiammazione che non è linfocitaria.

    Se è certa di non essere celiaca, credo che dovrebbe metterci molto meno a recuperare, ma è chiaro che il suo gastroenterologo lo saprà dire meglio di me, anche perché avrà fatto una gastroscopia per escludere la celiachia e saprà come stava il suo duodeno prima della dieta.

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  22. Gastro negativa e duodenite cronica con gastrite cronica tutto in.quiescenza

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  23. Buon giorno, Le scrivo per avere un parere su quanto segue: il gastroenterologo che mi segue un po' di tempo fa mi ha prescritto ricerca genetica e anticorpale per sospetta celiachia, tuttavia in quel periodo avevo iniziato la dieta già da un paio di mesi, non una dieta stretta, evitavo il pane e la pasta era quella per celiaci, ma continuavo per esempio a mangiare lo yogurt ai cereali, o i biscotti ecc. (e stavo male!). Ho ovviamente informato il gastroenterologo che mi ha detto di interrompere la dieta due settimane prima di fare i prelievi, all'epoca ero anche sotto cortisone (pastiglie) anche quello scalato e interrotto due sett. prima, ecco vorrei chiederle se quelle due settimane sono sufficienti perchè i risultati non siano falsati; sono poi risultata con anticorpi negativi ma con predisposizione genetica per la celiachia. Solo un parere grazie.
    R.

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  24. Come sottolineato dall'AIC (Associazione Italiana Cheliachia), a livello internazione si prescrivono 6 settimane consecutive di assunzione di glutine prima di ogni esame che riguardi la diagnosi della malattia celiaca (http://www.celiachia.it/menu/faq.aspx?idcat=6&idfaq=96)

    Questo significa che non solo deve essere rispettato il tempo di esposizione al glutine ma anche il fatto che ogni giorno va assunta una quantità significativa (equivalente più o me a 4 biscotti con farina di grano). Essendo però delle linee guida non è detto che tutti i gastroenterologi le rispettino. A volte la loro esperinza nel l'identificare l'esito delle biopsie consente una esposizione inferiore.

    Tuttavia nel suo caso ci potrebbe essere una complicazione per via dell'assunzione del cortisone. Ne parli con il suo gastroenterologo, dicendo che teme un falso negativo sia per via delle linee guida che per via del cortisone.

    Tenga presente che l'esame genetico, invece, non viene in alcun modo influenzato dall'assunzione sia di glutine che di cortisone.

    In definitiva, se ha un dubbio del genere (a mio modestissimo parere, legittimo) potrebbe chidere la gastroscopia con le biopsie , anche per vedere se la causa dei suoi problemi gastrointestinali possa essere diversa dalla celiachia (ad esempio, una gastrite).

    Le consiglio quindi di parlarne tranquillamente con il suo gastroenterologo e si ricordi che il motivo per cui ci si rivolge ad uno specialista è la diagnosi e la soluzione dei problemi. Se si esclude la celiachia il gastroenterologo deve comunque dirLe cosa la fa star male e cosa fare per stare meglio.
    Questo perché, purtroppo, molti medici si limitano a dire: non è celiachia, senza tuttavia risolvere il problema.

    Cordiali saluti.

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