La definizione, presa dall'associazione Italiana Osteoporosi Onlus è la seguente:
"malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture".
Tuttavia l'osteoporosi non è propriamente una malattia ma un effetto collaterale di una situazione alimentare o fisica non ottimale. Si tratta infatti di una de-mineralizzazione delle ossa che può interessare tutto lo scheletro o solo alcune parti di esso. Dopo una certa età, una lenta perdita di minerali dall'osso è normale, a causa del processo dell'invecchiamento. Se questa perdita è eccessiva e la massa ossea scende al disotto di determinati livelli, allora si può arrivare all'osteoporosi.
La perdita però può essere più veloce della norma se durante la nostra vita l'assunzione o l'assorbimento del calcio non è stato sufficiente.
Un momento critico per le donne arriva con la menopausa, tanto più se precoce o chirurgica.Osteoporosi e CeliachiaLa Celiachia viene elencata fra i fattori scatenanti dell'osteoporosi[1].
Per quanto calcio si riesca ad assumere, è necessario che questo minerale venga anche assorbito. Ancora una volta quindi la situazione infiammatoria cronica provocata dalla Celiachia non permette di assumere correttamente il calcio che viene così eliminato. L'assorbimento attivo di calcio infatti si verifica nel duodeno e nel digiuno prossimale, che rappresentano i segmenti intestinali più danneggiati nella Malattia Celiaca.
E' fondamentale quindi interrompere il processo infiammatorio affinchè si ristabilizzi un corretto apporto di questo minerale. Va aggiunto che il calcio, per essere assorbito, necessita di un'adeguata quantità di vitamina D. Questa vitamina è normalmente prodotta dal nostro corpo (in particolare la produce la nostra pelle quando è esposta alla luce del sole), in alcune quantità può essere anche assunta tramite cibi od integratori.
I cibi più ricchi di vitamina D sono:
uovo intero, sardina, aringa, fegato di pollo, frattaglie, olio di fegato di merluzzo, latte e derivati, germe di grano, salmone, tonno[2].
E' importante però non assumerne troppa perchè può diventare anche tossica. Per sapere se esiste un deficit di vitamina D è possibile effettuare un test particolare. Si tratta del livello di 25-OH vitamina D presente nel sangue: non deve essere inferiore a 30 ng/ml[4].
Per l'osteoporosi invece, uno degli esami più importanti è la MOC, ovvero la Mineralometria Ossea Computerizzata, un sottile fascio di raggi X che attraversa i tessuti e viene assorbito in maniera proporzionale alla densità dei componenti.
Un esame indolore e non invasivo.
Ma ovviamente ce ne sono altri, sia tramite prelievo del sangue che tramite le urine, raccolte nelle 24 ore. Di seguito i livelli di calcio raccomandati per fascie d'età[3].
LIVELLI RACCOMANDATI DI ASSUNZIONE GIORNALIERA DI CALCIO PER LA POPOLAZIONE ITALIANA (L.A.R.N.) Società Italiana di Nutrizione Umana (revisione 1996)
(*) Nelle donne in età post-menopausale si consiglia un apporto di calcio da 1200 a 1500 mg in assenza di terapia sostitutiva con estrogeni. Nel caso di terapia sostitutiva con estrogeni, il fabbisogno è uguale a quello degli anziani maschi (1000 mg). E' chiaro che prima verrà diagnosticata la celiachia e minori saranno i danni alle ossa per via del malassorbimento del calcio.
La buona notizia è che nei bambini la situazione è reversibile, poichè se la Malattia Celiaca viene diagnosticata in età pediatrica e viene quindi cominciata la dieta senza glutine, la giovane età permette di avere il tempo per la ri-mineralizzazione.
E' il risultato incoraggiante di una ricerca della Clinica Pediatrica dell'Università di Trieste presso l'IRCCS - Ospedale infantile Burlo Garofolo che ha constatato che, dopo solo 6 mesi di dieta aglutinata, i bambini celiaci scelti per la sperimentazione avevano una struttura ossea e una densità uguali ai bimbi non celiaci[4].
Altri fattori responsabili della presenza di un bilancio negativo del calcio in questa malattia sono rappresentati da un ridotto introito alimentare, probabilmente mediato dal concomitante deficit secondario di lattasi[5].
Importantissima, oltre alla dieta bilanciata, è l'attività fisica. Sembra infatti che oltre a rinforzare i muscoli, serva proprio a riattivare la generazione cellulare ossea.
Va detto che l'osteoporosi non è pericolosa solo per le fratture che diventano più frequenti, ma anche i problemi che causa alla colonna vertebrale che spesso provocano ernie, contratture muscolari, dolori al collo e alla testa per posture sbagliate.In questo caso il nuoto è un ottimo alleato.
[1] http://www.lios.it/pubblicazioni/pagina.asp
[2] http://www.medicinaecologica.it/Vitamina%20D.htm
[3] http://www.lios.it/scheletro/pagina.asp?cap=2&pag=1
[4] http://www.burlo.trieste.it/?M_Id=341/M_Type=CONTENT
[5] http://www.celiachia.it/news/page5.html
"malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture".
Tuttavia l'osteoporosi non è propriamente una malattia ma un effetto collaterale di una situazione alimentare o fisica non ottimale. Si tratta infatti di una de-mineralizzazione delle ossa che può interessare tutto lo scheletro o solo alcune parti di esso. Dopo una certa età, una lenta perdita di minerali dall'osso è normale, a causa del processo dell'invecchiamento. Se questa perdita è eccessiva e la massa ossea scende al disotto di determinati livelli, allora si può arrivare all'osteoporosi.
La perdita però può essere più veloce della norma se durante la nostra vita l'assunzione o l'assorbimento del calcio non è stato sufficiente.
Un momento critico per le donne arriva con la menopausa, tanto più se precoce o chirurgica.Osteoporosi e CeliachiaLa Celiachia viene elencata fra i fattori scatenanti dell'osteoporosi[1].
Per quanto calcio si riesca ad assumere, è necessario che questo minerale venga anche assorbito. Ancora una volta quindi la situazione infiammatoria cronica provocata dalla Celiachia non permette di assumere correttamente il calcio che viene così eliminato. L'assorbimento attivo di calcio infatti si verifica nel duodeno e nel digiuno prossimale, che rappresentano i segmenti intestinali più danneggiati nella Malattia Celiaca.
E' fondamentale quindi interrompere il processo infiammatorio affinchè si ristabilizzi un corretto apporto di questo minerale. Va aggiunto che il calcio, per essere assorbito, necessita di un'adeguata quantità di vitamina D. Questa vitamina è normalmente prodotta dal nostro corpo (in particolare la produce la nostra pelle quando è esposta alla luce del sole), in alcune quantità può essere anche assunta tramite cibi od integratori.
I cibi più ricchi di vitamina D sono:
uovo intero, sardina, aringa, fegato di pollo, frattaglie, olio di fegato di merluzzo, latte e derivati, germe di grano, salmone, tonno[2].
E' importante però non assumerne troppa perchè può diventare anche tossica. Per sapere se esiste un deficit di vitamina D è possibile effettuare un test particolare. Si tratta del livello di 25-OH vitamina D presente nel sangue: non deve essere inferiore a 30 ng/ml[4].
Per l'osteoporosi invece, uno degli esami più importanti è la MOC, ovvero la Mineralometria Ossea Computerizzata, un sottile fascio di raggi X che attraversa i tessuti e viene assorbito in maniera proporzionale alla densità dei componenti.
Un esame indolore e non invasivo.
Ma ovviamente ce ne sono altri, sia tramite prelievo del sangue che tramite le urine, raccolte nelle 24 ore. Di seguito i livelli di calcio raccomandati per fascie d'età[3].
LIVELLI RACCOMANDATI DI ASSUNZIONE GIORNALIERA DI CALCIO PER LA POPOLAZIONE ITALIANA (L.A.R.N.) Società Italiana di Nutrizione Umana (revisione 1996)
(*) Nelle donne in età post-menopausale si consiglia un apporto di calcio da 1200 a 1500 mg in assenza di terapia sostitutiva con estrogeni. Nel caso di terapia sostitutiva con estrogeni, il fabbisogno è uguale a quello degli anziani maschi (1000 mg). E' chiaro che prima verrà diagnosticata la celiachia e minori saranno i danni alle ossa per via del malassorbimento del calcio.
La buona notizia è che nei bambini la situazione è reversibile, poichè se la Malattia Celiaca viene diagnosticata in età pediatrica e viene quindi cominciata la dieta senza glutine, la giovane età permette di avere il tempo per la ri-mineralizzazione.
E' il risultato incoraggiante di una ricerca della Clinica Pediatrica dell'Università di Trieste presso l'IRCCS - Ospedale infantile Burlo Garofolo che ha constatato che, dopo solo 6 mesi di dieta aglutinata, i bambini celiaci scelti per la sperimentazione avevano una struttura ossea e una densità uguali ai bimbi non celiaci[4].
Altri fattori responsabili della presenza di un bilancio negativo del calcio in questa malattia sono rappresentati da un ridotto introito alimentare, probabilmente mediato dal concomitante deficit secondario di lattasi[5].
Importantissima, oltre alla dieta bilanciata, è l'attività fisica. Sembra infatti che oltre a rinforzare i muscoli, serva proprio a riattivare la generazione cellulare ossea.
Va detto che l'osteoporosi non è pericolosa solo per le fratture che diventano più frequenti, ma anche i problemi che causa alla colonna vertebrale che spesso provocano ernie, contratture muscolari, dolori al collo e alla testa per posture sbagliate.In questo caso il nuoto è un ottimo alleato.
[1] http://www.lios.it/pubblicazioni/pagina.asp
[2] http://www.medicinaecologica.it/Vitamina%20D.htm
[3] http://www.lios.it/scheletro/pagina.asp?cap=2&pag=1
[4] http://www.burlo.trieste.it/?M_Id=341/M_Type=CONTENT
[5] http://www.celiachia.it/news/page5.html
Ciao..interessante il tuo blog..mio marito e' celiaco...lo seguiro' con interesse.notte!!!!
RispondiEliminaGrazie Ilaria.
RispondiEliminaAuguri di Buone Feste