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domenica 6 settembre 2009

Celiachia: cosa fare dopo la diagnosi?

analisi2 Come sapete, questo blog è un'operazione da paziente a paziente, ed è nato dalla convinzione che per muoversi nella condizione di celiaco, o sospetto tale, sia necessario condividere al massimo le informazioni.
Lo scopo non è però quello di curarci da soli, come spesso temono alcuni medici guardando con sospetto siti, forum e blog di questo tipo.
Ma, al contrario, di capire quale sia la strada giusta per arrivare ad una diagnosi certa, per poi convivere con questa malattia.
E' quindi per questo motivo che vi sottolineo che dopo la diagnosi, l'attenzione non deve diminuire.
Analisi, esami e visite non si esauriscono con essa.


Esiste un protocollo, detto di "follow-up[1]" che deve seguire il celiaco neo-diagnosticato e che i centri di eccellenza (ospedali in cui oltre ad un'elevata esperienza su questa malattia, si dispone anche di un equipè di dottori di varie specializzazioni) eseguono.



Il Protocollo nato dal lavoro del Comitato Scientifico Nazione AIC, coordinato dal Prof. Volta e Prof.Greco e controllato da commissioni di esperti nazionali e del ministero.
Nasce non solo per il follow-up, ma anche per la diagnosi.
Il protocollo di follow-up per la Malattia Celiaca [2]:
Perchè si esegue:
  • Verifica correttezza della dieta (errori involontari)
  • Complicanze per la diagnosi in età adulta
  • Insorgenza di patologie autoimmuni associate
  • Complicanze metaboliche o neoplastiche
Come si svolge:
  • Primo controllo a 6 mesi dalla diagnosi.
  • Successivi a 1-2 anni
Si tratta solitamente di una visita medica con intervista dietetica ed alcuni esami.
Controllo di I livello
Fra quelli possibili, elenchiamo le analisi di:
ferritina, emocromo, acido folico, altri test di assorbimento, antitransglutaminasi (tTG) IGA (IgG in casi di deficit IgA) , valori relativi alla tiroide ma non solo TSH, T3 e T4, anche degli anticorpi specifici della tiroidite autoimmune, quindi anticorpi perossidasi tiroidea (AcTPO), anticorpi tireoglobulina (AcTg)

Controllo di II livello
Si effettuano anche controlli metabolici.
Poichè spesso a circa 2 anni dalla dieta può esserci una sindrome di steatosi epatica, oltre all'ecografia del fegato si effettuano le analisi delle transaminasi.
Esami immunologici.
Esami per controllare che non vi siano aumenti di massa corporea eccessivi, dovuti al migliore assorbimento o a una compensazione psicologica sulla quantità del cibo.
Densiometria ossea (negli adulti).
Ecografie tiroidea e addominale e/o clisma opaco sono esami utili.

Al momento non si effettua più la seconda gastroscopia con biopsie dopo la un periodo di dieta, a meno di casi particolari.
Il miglioramento clinico (diminuzione e assenza dei sintomi) e degli esami non rendono più necessaria questa pratica.
[1] http://www.fondazioneceliachia.it/doc_din/tocollo_diagnosi_followup_celiachia.pdf
[2] http://www.youtube.com/watch?v=Nk4S9Hd11a0

6 commenti:

  1. volevo della delucidazioni in merito alla biopsia fatta:la diagnosi è la seguente ,mucosa duodenale con lesione di tipo 1 sec. marsh-oberhuber:villi normali. incremento dei linfociti intraepiteliali. grado a sec. villanacci e corazza(jcp 2005). è da circa un anno che ho scoperto di essere in tollerante al lattosio nonostante per un anno non abbia ingerito lattosio mi ritrovo a stare ancora male l'esito della biopsia risale al 20 gennaio e da allora sto seguendo una dieta senza glutine visto il mio malessere, credo di stare meglio da quando mangio senza glutine, ma la mia domanda è: sono celiaco? premetto che ho perso piu di 20 chili dalla scoperta dell'intolleranza al lattosio. grazie a risentirci.

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  2. La classificazione di Marsh modificata da Oberhuber vede 3 classi suddivise in sottoclassi (a, b e c) e si riferisce ad un preciso tipo di lesione/atrofia dei villi del duodeno. La diagnosi normalmente è abbastanza probabile qualora si abbia una classificazione di tipo 3 (indifferentemente per la sottoclasse a, b o c).

    Tuttavia la diagnosi viene effettuata tenendo presente il QUADRO CLINICO COMPLESSIVO, relativo ai sintomi, al livello degli anticorpi, la genetica e la familiarità (http://www.simel.it/files/rivista/1585_final.pdf), quindi non si può dire a priori "Lei non è celiaco" perché la biopsia riporta una lesione lieve e questo perché la celiachia ha un andamento dinamico e quindi va considerato il quadro completo.

    La diagnosi va posta dal gastroenterologo, quindi dovrà fare questa domanda allo specialista che La sta seguendo.

    Lui conosce il quadro completo, se Lei ha assunto una quantità sufficiente di glutine prima della gastroscopia, se lo ha fatto con continuità per almeno 6 settimane prima dell'esame, il risultato delle diverse analisi, ecc...

    Auguri di buona Pasqua.
    Patrizia
    Puntodivistaceliaco

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  3. Buongiorno, ho fatto il primo controllo dopo sei mesi dalla diagosi di celiachia il mio valore s immunoglobina a è 59, sei mesi fa era 72, sto meglio o peggio?devo andare portare gli esiti al gastrointerologo?
    Grazie mille.

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  4. Gentile Lettore,
    le "immunoglobuline" sono tantissime, specializzate per diversi elementi e di classi differenti (IgA, IgG, IgE, IgM).

    Quindi, il suo valore di "immunoglobulina" è un dato troppo generico e non si può intuire a quale immunoglobulina Lei si stia riferendo.

    Dovrebbe essere più specifica e scrivere sia il tipo di immunoglobuline (esattamente come è scritto nel referto) che la scala dei valori di riferimento (che sta insieme ai valori.

    Cordialmente,
    Puntodivistaceliaco.

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  5. Buongiorno, sono le IgA (sul referto c'è scritto S IMMUNOGLOBINA A)risultato 59, valori di riferimento 82-453
    Grazie mille,
    l.

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  6. Lei ha un deficit di IgA, come me, parziale e non totale. Non è un problema serio, se le altre classi sono normali, ma ha una forte correlazione con la celiachia. Le analisi ematiche per la celiachia di classe IgA in questi casi non sono attendibili.

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