Pagine

sabato 31 gennaio 2009

Celiachia e Grano Creso: un processo ancora aperto. La Difesa

Nel 2006 conobbi il Prof. Picarelli, professore di Gastroenterologia al Policlinico di Roma Umberto I e membro del comitato scientifico dell'Associazione Italiana Celiachia (AIC) Lazio, al quale chiesi il perchè del consistente aumento dei casi di celiachia.

Mi rispose che l'aumento è esclusivamente dovuto alle nuove tecniche diagnostiche di questa malattia.

Successivamente ho letto alcuni articoli in cui il Professor Picarelli ribadiva questa tesi e, in particolare, smentiva che gli aumenti dei casi di celiachia in Italia fossero in qualche maniera legati al grano Creso[1].


Riflessioni libere:

1) Che la malattia celiachia abbia una natura genetica non è argomento di discussione.
Ma questa affermazione, da sola non assolve il grano Creso.


2) Non solo il grano Creso non contiene più glutine delle altre varietà ma possiamo addirittura dire, grazie ai dati del sito sulle politiche agricole governative[2], che dal 1992 al 2008 la quantità di glutine secco e dell' l'indice di glutine[2] non hanno subito nessun aumento sensibile o sistematico in nessuna varietà di grano prodotto in Italia.

Nello specifico, se valutiamo gli indici di glutine del Creso, scopriamo che sono inferiori a quelli di altre varità di grano non OGM quali, ad es., il Simeto o il Duilio, mentre il glutine secco è in linea con la maggior parte delle varietà.

Dai dati del del sito sulle politiche agricole, si evince che i valori relativi alla quantità di glutine secco e agli indici di glutine variano anche per la stessa varietà di grano, di anno in anno.





Queste oscillazioni dipenderebbero da altri fattori, addirittura dalla quantità di zolfo contenuta nel terreno, come suggerisce uno studio (PRIN: Miglioramento della qualità del frumento duro mediante la concimazione solfatica - MINISTERO DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA SCIENTIFICA PROGRAMMI DI RICERCA - ANNO 2003)[4].

Le proteine ricche di zolfo presenti nella granella e quindi nella semola del frumento duro, infatti, sembra siano le principali e dirette responsabili della qualità del glutine.

E' chiaro quindi che i valori del glutine secco e dell'indice di glutine del grano Creso e non sono variate rispetto al Cappelli, varità da cui si è ottenuto il mutante.

3) E' innegabile che la scoperta degli EMA (anticorpi anti-endomisio), dei tTG (anticorpi anti-transglutaminasi tissutale), la stesura del protocollo diagnostico per la celiachia (2007), l'abbassamento della soglia dei LIE (linfociti intra-epiteliali) rilevabili dalle biopsie duodenali da 40 a 25x100 siano argomenti che hanno influenzato notevolmente le statistiche relative alle diagnosi dei celiaci.

Va inoltre ricordato che Associazione Italiana Celiachia è nata nel 1979.

A loro dobbiamo le statistiche che abbiamo sull'incidenza e la diffusione delle informazioni di questa malattia, non solo ai malati ma anche ai medici nel territorio italiano, nonchè il contributo sempre crescente di medici e ricercatori e che viene divulgato proprio grazie a questa associazione.

Tuttavia se nel 1979 l'incidenza dei celiaci era di 1 caso su 2000 persone mentre ora è di 1 caso ogni 100, dobbiamo fare necessariamente qualche congettura.

Immaginiamo un paesino di 10.000 abitanti, in cui 100 sono affetti da una patologia genetica autoimmune, la celiachia; il primo anno, non conoscendo bene le tecniche diagnostiche, diciamo che posso diagnosticarne 5.

L'anno dopo faccio ricerche e divento più esperto su quella patologia, per cui ne diagnostico 10.

L'anno ancora successivo, sono diventato più bravo, ho coinvolto e formato altri medici, pertanto ne diagnosticheremo 45; e negli anni successivi mi aspetto di poter aumentare il numero.

Necessariamente però arriverà un momento in cui il trend dei neo-diagnosticati comincerà, fisiologicamente, a diminiure.
Avremo quindi un numero di malati costituito dai nuovi celiaci nati (sempre 1 su 100) e i rimanenti celiaci non diagnosticati negli anni precedenti.

Tendezialmente, dopo alcuni anni dovrei aver diagnosticato tutti i celiaci, sia quelli nati negli anni precedenti, sia i nuovi; il trend di crescita dei nuovi casi quindi dovrebbe subire un calo, fino ad arrivare a 1 su 100 nuovi nati.

Ora, è innegabile che al momento il trend di crescita dei celiaci è nettamente in crescita.
Quindi:

- o siamo ancora nel delta temporale in cui abbiamo un trend in crescita e quindi non sappiamo realmente quanti sono i celiaci totali (nell'esempio, non sappiamo che sono 1 ogni cento nati, ma devono necessariamente essere di più);
- o non siamo ancora in grado di riconoscere bene la malattia;
- o sono pochi i medici che la sanno riconoscere;
- oppure c'è qualcosa che ogni anno aumenta il numero dei celiaci.

Non possiamo quindi dire con assoluta certezza quali siano le variabili in gioco, ma soprattuto, non possiamo escludere con certezza che esista una causa (come il grano Creso o altro) che provochi un aumento costante dei casi di celiachia.


[1] http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=456629
[2] http://www.sisonweb.com/portale/1st/prodotti/categoria.php?IDCat=7
[3] http://www.politicheagricole.gov.it/SettoriAgroalimentari/SeminativiColture/Cereali/ricerca.htm
[4] http://cercauniversita.cineca.it/php5/prin/cerca.php?codice=2003070129



1 commento:

  1. Trovo l'analisi dei fatti attenta e accurata. Complimenti, un intelligente modo di guardare ad un tema complesso. Se la stessa assenza di pregiudizio si trovasse in persone demandate a risolvere questo problema, certamente la ricerca sarebbe meno miope e seguirebbe strade anche più scomode ma con il sincero obiettivo di trovare le cause e non rassicuranti assenze di soluzioni.
    Grazie.

    RispondiElimina

ATTENZIONE: I commenti sono sottoposti a moderazione. Pertanto non verranno pubblicati immediatamente, ma solo dopo la loro validazione.