Nuove ricerche dimostrano che la Celiachia è un fenomeno in aumento.
Questa notizia, è stata data come uno scoop che oggi è rimbalzato di sito in sito.
In realtà noi avevamo già questa informazione (ricordate la sperimentazione del Dott.Murray?) Infatti ne parlavamo nell’articolo: Quadruplicati i dati di celiachia negli ultimi 50 anni.
Ma allora cosa c’è di nuovo?
Cosa afferma effettivamente la ricerca alla quale tutti questi articoli fanno riferimento?
Si tratta di una ricerca[1] longitudinale (cioè svolta negli anni), condotta dal Professor Fasano, direttore della University of Maryland Mucosal Biology Research Center (un centro di ricerca sulla celiachia americano), in collaborazione con il Professor Catassi dell’Università Politecnica delle Marche (Ancona).
Il campione sperimentale di questo studio era composto da 3500 adulti americani, seguiti dal 1974 al 2003. Il risultato della ricerca è che si è passati da 1 celiaco ogni 501 individui nel 1974 ad 1 celiaco ogni 219 nel 1989, fino ad arrivare ad 1 celiaco ogni 133 soggetti nel 2003.
E qui la ricerca finisce.
Il professor Fasano ha detto, come del resto sta ripetendo da anni, che evidentemente esistono “fattori ambientali” che causano la perdita della tolleranza al glutine.
Ma la ricerca non dimostra quali siano questi fattori ambientali.
E’ necessario fare altre sperimentazioni e forse indagare in più ambiti scientifici (ad es. l’ambito agrario) per scoprirlo.
Questo studio quindi non dimostra, come si legge in alcuni siti, che la colpa sarebbe delle farine “ad alta resa”, senza peraltro specificare di quali varietà di grano si tratta (come sappiamo le qualità di grano geneticamente modificate sono numerose, non solo il famoso grano creso).
Ma occorre tenere ben presente che non esiste ancora una ricerca in grado di affermare con sicurezza che il problema relativo alla perdita della tolleranza al glutine sia causato da questa o da quella farina.
Forse però oggi possiamo chiederla a gran voce.
[1] http://www.physorg.com/news204786045.html
Questa notizia, è stata data come uno scoop che oggi è rimbalzato di sito in sito.
In realtà noi avevamo già questa informazione (ricordate la sperimentazione del Dott.Murray?) Infatti ne parlavamo nell’articolo: Quadruplicati i dati di celiachia negli ultimi 50 anni.
Ma allora cosa c’è di nuovo?
Cosa afferma effettivamente la ricerca alla quale tutti questi articoli fanno riferimento?
Si tratta di una ricerca[1] longitudinale (cioè svolta negli anni), condotta dal Professor Fasano, direttore della University of Maryland Mucosal Biology Research Center (un centro di ricerca sulla celiachia americano), in collaborazione con il Professor Catassi dell’Università Politecnica delle Marche (Ancona).
Il campione sperimentale di questo studio era composto da 3500 adulti americani, seguiti dal 1974 al 2003. Il risultato della ricerca è che si è passati da 1 celiaco ogni 501 individui nel 1974 ad 1 celiaco ogni 219 nel 1989, fino ad arrivare ad 1 celiaco ogni 133 soggetti nel 2003.
E qui la ricerca finisce.
Il professor Fasano ha detto, come del resto sta ripetendo da anni, che evidentemente esistono “fattori ambientali” che causano la perdita della tolleranza al glutine.
Ma la ricerca non dimostra quali siano questi fattori ambientali.
E’ necessario fare altre sperimentazioni e forse indagare in più ambiti scientifici (ad es. l’ambito agrario) per scoprirlo.
Questo studio quindi non dimostra, come si legge in alcuni siti, che la colpa sarebbe delle farine “ad alta resa”, senza peraltro specificare di quali varietà di grano si tratta (come sappiamo le qualità di grano geneticamente modificate sono numerose, non solo il famoso grano creso).
Ma occorre tenere ben presente che non esiste ancora una ricerca in grado di affermare con sicurezza che il problema relativo alla perdita della tolleranza al glutine sia causato da questa o da quella farina.
Forse però oggi possiamo chiederla a gran voce.
[1] http://www.physorg.com/news204786045.html
aiuuuuuto
RispondiEliminamus2001@live.it